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Lunedì 1 febbraio, a Lacedonia, ha preso fuoco un appartamento all’ultimo piano del palazzo IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) situato al civico 55 di Rione Vittorio E. III, di fronte alla chiesa della SS. Trinità. L’incendio, domato dai pompieri, ha distrutto l’abitazione con tutto il suo contenuto, lasciando intatti soltanto degli indumenti bagnati dall’acqua abbondantemente versata dai pompieri. Grazie a Dio gli inquilini non hanno subito nocumento fisico, pur nel comprensibile spavento e nell’infausta perdita dei beni materiali contenuti in casa. Anche lo stabile non pare abbia riportato, fortunatamente, danni strutturali, ragion per la quale sarà possibile procedere ai lavori di ristrutturazione e quindi alla restituzione della casa alla famiglia vittima di tale disastroso evento. Sembrava che l’incidente fosse destinato a chiudersi in questo modo ma, evidentemente, talvolta la malasorte tende ad accanirsi. Fatto è che stamattina, 3 febbraio, intorno alle ore otto mattutine, una colonna di fumo si è levata, di nuovo, dall’appartamento. Per il tramite della vox populi si è diffusa l’ipotesi, peraltro molto probabile, che talune braci non si siano spente completamente perché protette da materiali idrorepellenti e che, dopo aver covato per due giorni, per l’azione del vento che entrava dalle finestre sfondate, abbiano ripreso vigore dando vita ad un nuovo incendio. Tutte le autorità cittadine sono state allertate contemporaneamente ai pompieri e immediatamente i Carabinieri, con il sindaco Antonio Di Conza e il dipendente comunale Antonio Pasciuti, sono accorsi sul posto molto prima dei Vigili del fuoco, i quali, come è noto, non hanno sede a Lacedonia ma, se chiamati, pur con grande solerzia sono comunque costretti a giungere da altre località, la più vicina delle quali è Bisaccia. Constatato che il fuoco rischiava di divampare nuovamente, ponendo stavolta a rischio l’intero edificio, il maresciallo Andrea Casadei, comandante della stazione Carabinieri di Lacedonia, con l’appuntato Ignazio Pisani, con l’ausilio già citato Miche Pasciuti e con il prezioso apporto dell’inquilino dell’appartamento prospiciente, hanno formato una catena umana e con dei secchi riempiti con l’acqua attinta alla rete della suddetta abitazione sono riusciti a domare le fiamme spegnendo definitivamente il nuovo focolaio prima che fosse troppo tardi. Certamente la loro azione ha evitato che la struttura subisse danni ulteriori, poiché una parete non portante interna, fortunatamente solo un tramezzo, è crollata per l’azione del calore. Chi scrive non può fare a meno di elogiare lo spirito di iniziativa, quello di abnegazione ed il coraggio degli uomini al comando del capitano Gianpio Minieri, estendendo l’apprezzamento a Michele Pasciuti ed al concittadino che si è prestato a porgere il suo aiuto.
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Un gennaio freddo, si legge nelle cronache dell’epoca, quello del 1920, periodo storico difficilissimo perché da poco aveva avuto termine la Grande Guerra ed imperversava la devastante pandemia della spagnola, che andava mietendo vittime a milioni nel mondo, particolarmente virulenta anche nei nostri paesi. Molti i bambini che, aggrediti dal morbo o per mille altre cause, stante un altissimo indice di mortalità infantile, lasciavano prematuramente questo mondo. Il 31 di tale gelido mese vide la luce Carmelinda Cira Zichella e già da infante la madre le fece indossare in due occasioni la “campanella”, ovvero la veste bianca da angioletto con la quale si usava vestire i bambini transitati o in procinto di trapassare a miglior vita, perché ella, per ben due volte, si ritrovò in grave pericolo di morte. In entrambi i casi, fortunatamente, sfuggì agli oscuri artigli della signora con la falce, ragion per la quale la genitrice ebbe ad affidare la “campanella” ad una vicina di casa perché la lavasse in qualche ansa del fiume Osento, il quale, nell’ambito della società contadina, era la “lavanderia” soprattutto della povera gente. Un’ondata di piena, però, si portò via la veste e, mortificata, alla donna altro non restò da fare se non comunicare la cosa alla sua amica. Tale evento, però, fu accolto come un ottimo presagio in casa di Carmelinda, al punto che la mamma ebbe ad affermare che la figlia sarebbe vissuta per cento anni.
Ebbene, oggi quella soglia è stata superata di un anno, perché ne ha compiuto centouno, e, come gli auguriamo di tutto cuore, la sua esistenza si protrarrà per moltissimi anni ancora.
Eppure la sua epifania esistenziale non è stata affatto tutta rose e fiori, la qual cosa, del resto, è comune a tutti gli appartenenti a quelle generazioni. A livello generale, i suoi occhi hanno visto il terremoto del 1930, mentre, come tutti, ha patito le avversità e la penuria materiale connesse alla Seconda Guerra Mondiale e comunque alle condizioni sociali di quei decenni. A livello personale, per giunta, ha vissuto vicende estremamente dolorose che avrebbero piegato l’animo di chiunque, ma non il suo, forgiato nel sacrificio, che l’ha resa donna di ineccepibile moralità e madre impeccabile, qualità che le hanno consentito di portare avanti la famiglia con grandissima abnegazione e coraggio. Dei suoi otto figli, infatti, ben tre non sopravvissero ai primi mesi di vita. Della restante prole, quattro donne e un uomo, una figlia le è venuta a mancare anni or sono, procurandole un ulteriore profondissimo dolore. La sua bella famiglia si compone, inoltre, di sette nipoti e otto pronipoti, dei quali l’ultima nata ha ben 100 anni, 7 mesi e 15 giorni in meno.
Anche una delle sorelle, Filomena, che era emigrata negli U.S.A., ha abbondantemente sforato il secolo di vita.
Per quanto non sia stato possibile, per le restrizioni dovute all’attuale pandemia, festeggiare laicamente tale ragguardevole traguardo, pure Carmelinda è stata omaggiata tanto dalla comunità ecclesiale quanto da quella civile. Ha infatti voluto celebrare una messa solenne il vescovo della diocesi di Ariano-Lacedonia, S. E. Mons. Sergio Melillo, accanto al parroco don Giuseppe, mentre, a nome dell’intera popolazione, il sindaco Antonio Di Conza le ha consegnato una targa.
S. E. Mons. Sergio Melillo
Il parroco don Giuseppe
La signora Carmelinda Cira Zichella con le figlie
La consegna della targa da parte del sindaco
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La D. S. dell'IOS "F. De sanctis" di Lacedonia, dott.ssa Alfonsina Manganiello (foto scattata due anni or sono)
Un open day del tutto inusuale, quello dell’IOS “F. De Sanctis” di Lacedonia in questo 2021, perché le porte dell’Istituto si apriranno alla giovanissima utenza in fieri e alle famiglie della stessa in maniera virtuale, per il tramite della rete, la sola strada, ancorché soltanto informatica, che ci è concesso di percorrere in tempi di pandemia. Personalmente penso che, per quanto il contatto diretto conservi tutto il suo alto valore, la situazione di attuale impedimento dell’incontro in presenza possa, in qualche maniera, essere foriera anche di fattori positivi quanto ad evoluzione nel modus gerendi le istituzioni tutte, a cominciare dalla scuola, accelerando l’attitudine e l’abitudine all’uso dello strumento informatico senza, però, pervenire ad una sostituzione della didattica in presenza, ma a rinforzo della stessa. Che attraverso il web passerà, in futuro, molta parte delle comunicazioni è fatto facilmente prevedibile, come pure è certo che l’intelligenza artificiale occuperà un ruolo non affatto secondario in tutti i comparti lavorativi: non è un caso se l’IOS “De Sanctis” di Lacedonia ha aperto un indirizzo di studi informatici, la cui frequenza potrà senza dubbio costituire, nell’immediato futuro, un accesso per i giovani quasi subitaneo al mercato del lavoro.
Di questo e degli altri indirizzi di studio si parlerà nel corso dei collegamenti virtuali che la scuola ha attivato, come da locandina.
Particolarmente importante sarà l’open day virtuale che sarà possibile seguire giovedì 21 gennaio, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, in diretta streaming su Youtube cliccando sul link
https://www.youtube.com/channel/UCEfJ_HyNcYq4JOEwAC6kWtA
Sarà la Dirigente Scolastica, dottoressa Alfonsina Manganiello, con gli studenti e i docenti dei vari indirizzi, ad illustrare la rilevante ed ottima offerta formativa per il prossimo anno scolastico.
Da sottolineare l’erogazione di un bonus economico, agli studenti che si iscriveranno, da utilizzare, a scelta, per l’acquisto di computer, di libri di testo o quale contributo alle spese di viaggio.
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