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COCOZZELLO

Lupus In Fabula augura un felice compleanno a Maria Caggiano, l’unica donna di Lacedonia ad essere stata insignita del titolo di Cavaliere del Lavoro. Una intera esistenza spesa nel lavoro e nella cura della numerosissima famiglia quella della signora Maria Caggiano, che è stata insignita di tale meritatissimo titolo in tempi recenti, come già avvenne per il compianto marito, Donato Cocozzello, al quale era stata assegnata anche l’onorificenza di “Grande Ufficiale”. Nei fatti, con un sorriso perenne stampato sul volto, Maria Caggiano ha dovuto faticare non poco per accudire in maniera ineccepibile, educare e seguire nel loro percorso formativo i suoi otto figli, i quali l’hanno ripagata offrendole innumerevoli soddisfazioni sia sotto il profilo umano e sia sotto quello professionale, essendosi ognuno di essi guadagnato il proprio posto al sole nella vita. Impiegata per decenni presso Poste Italiane, lavoro che esercitava con grande e riconosciuta abnegazione e coscienza, come se ciò non bastasse la signora Caggiano per lungo tempo ha anche esercitato, nello scarsissimo tempo libero che le rimaneva, la professione di sarta, forte di un’abilità acquisita fin dagli anni dell’infanzia. Presente alla cerimonia di consegna dell’onorificenza presso la Prefettura di Avellino, in rappresentanza del Comune di Lacedonia e con la fascia tricolore indossata, il vicesindaco Antonio Caradonna, che in quella sede non mancò di esprimere la sua soddisfazione personale e quella di tutta la cittadinanza.    

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PADRE FRANCO

Come dimenticarlo? Per decenni Padre Franco è stato il motore di ogni attività di Lacedonia, soprattutto quelle a pro dei giovani, per quanto non abbia trascurato mai anche le generazioni più adulte ed anziane. Ma soprattutto i giovani sono stati il fulcrodei suoi paterni pensieri. Come dimenticare le tante gite, le commedie teatrali, le Vie Crucis ed i Presepi Viventi, l'opera educativa che egli ha instancabilmente posto in essere. E' stato un vulcano, a Lacedonia, ed intere generazioni sono cresciute con lui. Sarebbe troppo lungo e persino pleonastico elencare tutti i suoi meriti, anche perché siamo convinti che tutta la popolazione ne serbi ricordo nitido. Nel giorno del suo compleanno, quindi, la redazione di Lupus In Fabula si rende interprete della volontà della comunità intera augurandogli tutto il bene possibile.

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saponiero

Domani saranno trascorsi tre anni da quando Vincenzo Saponiero ha intrapreso la via per ben più luminosi lidi e la sua assenza è avvertita più che mai dall’intelletto collettivo lacedoniese. Egli ricopriva, infatti, un ruolo fondamentale ed insostituibile nei diversi ambiti della vita civile, da quello culturale a quello sportivo, che il nostro Presidente ha curato per molti decenni e fino al termine dei suoi giorni, con una passione forte, sempreverde, che non ha mai subito il logorio degli anni incalzanti, restando giovane e nutrendosi di un giovanile entusiasmo.

Nei fatti questa è stata la cifra forse più connotante la sua vicenda esistenziale: quell’entusiasmo giovanile per ogni nuova attività venisse intrapresa, quel sostegno non solo morale, ma molto spesso anche economico, alle iniziative che in ogni settore si sono prodotte nel nostro paese. Perché Vincenzo amava alla follia Lacedonia, che costituiva il suo universo personale, soprattutto perché egli, portatore di una cultura eccezionale e sicuramente fuori dal comune, conosceva bene il mondo, pur senza aver avuto bisogno di allontanarsi troppo da casa. E conoscendo il mondo e le sue brutture, egli rilevava e poneva in luce gli aspetti migliori della nostra comunità con un ottimismo direttamente proporzionale alla sua incontenibile voglia di vivere e di essere parte attiva nel farsi della coscienza civica del nostro comune.

Vincenzo è stato per decenni la “voce” di Lacedonia, con i suoi giornalieri articoli sugli eventi che potessero dar lustro ulteriore a Lacedonia ed ai suoi abitanti: fin dall’epoca lontana in cui scriveva sul Giornale di Napoli.

Era sempre e comunque disponibile, Vincenzo. Basti pensare all’ultradecennale volontariato che ha prestato presso il Museo Diocesano, fino a quando un ictus non gli ha impedito di continuare ad occuparsene. Vincenzo sicuramente entrerà nella storia del nostro Comune, quella stessa storia che egli ha coltivato e ha cercato di tramandare ai posteri con innumerevoli pubblicazioni.

Ma il Presidentissimo sarà ricordato soprattutto per essere stato sempre e comunque in prima linea nell’ambito calcistico di Lacedonia. Non esiste foto, a partire dagli anni quaranta, nel quale egli non fosse presente. Egli è stato testimone diretto e coautore della costruzione progressiva dello stadio. Non c’è annualità calcistica, da quell’epoca, che non lo ha visto in prima linea, asse portante di tutta la struttura amministrativa del calcio lacedoniese, dai tempi della mitica Folgore ed ancor prima.

Soprattutto nei momenti di crisi, quando tutti sembravano voler abbandonare una nave in procinto di affondare, egli è stato lì, in plancia di comando, a reggere il timone nella tempesta, perché almeno la passione calcistica non morisse a Lacedonia, ricorrendo anche ad ingenti esborsi economici, frutto dei suoi risparmi di pensionato statale.

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arinielloweb

In principio furono “I Magnifici Sette”, poi fu approvata la legge nazionale che aumentava a dodici i componenti delle liste in campo per le amministrative, e i “Sette” si trasformarono in “Quella Sporca Dozzina”. Questo è il nome che Tonino Ariniello, che si era proposto quale candidato a Sindaco di Bisaccia alle pregresse elezioni, scelse per sostituire il precedente. E si trattò di un vero salto di qualità “strategica”, perché se il primo nome richiamava le atmosfere da “old America” di un celebre western del 1960 interpretato, tra gli altri, da Yul Brynner, Eli Wallach, Steve McQueen, Charles Bronson e James Coburn, il secondo invece evocava i paesaggi disastrati e bombardati del secondo conflitto mondiale, essendo il titolo di una celebre e pluripremiata pellicola che nel cast eccezionale vedeva ancora Charles Bronson, con Lee Marvin, Ernest Borgnine, Robert Ryan e un fantastico Telly Savalas, notissimo al grande pubblico nei panni del Tenente Kojak, nel ruolo di un fanatico religioso disturbato da istinti psicopatici. In entrambi i casi, però, il conflitto “armato” era la cifra dominante, sintomo della determinazione Tonino Ariniello di muovere battaglia contro gli avversari politici. A quanto pare, però, i suoi candidati, dei quali non ha mai fatto il nome, si sono tirati indietro, e Tonino si è ritrovato a vestire gli abiti solitari del “Texano dagli occhi di ghiaccio” essendo rimasto da solo, come Clint Eastwood. Da solo, insomma, perché se gli fossero rimasti almeno due amici avrebbero potuto formare la squadra del “Buono, il Brutto e il Cattivo”, ma così non è stato. Mi piace rimarcare il fatto, però, che la campagna elettorale della scorsa primavera sarà ricordata soprattutto grazie ai tentativi non riusciti di Tonino, che aveva reso la sua bottega da parrucchiere una sorta di centro elettorale. Le cose non sono andate secondo i suoi programmi, ma Antonio Gerardo Ariniello un premio sembra sicuramente averlo vinto: quello da assegnare alla simpatia.  

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Blog a cura del Dott. Michele Miscia

 

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