Ventisette anni, bisaccese a denominazione d'origine controllata, da quando ne aveva quindici coltiva la passione del lavoro ad uncinetto, in omaggio ad una tradizione che oggi purtroppo si va perdendo, come gran parte della cultura antropologica dell'osso appenninico. E in tal senso Elisa Casarella ha il merito di non lasciare che un'arte coltivata per secoli soccomba a fronte dei prodotti industriali che non posseggono alcuna caratteristica di unicità e nessun crisma d'arte. Evidentemente, però, si tratta di una giovane portatrice di idee molto chiare, laddove sostiene che tale attività, per lei, è innanzitutto un hobby. Fatto è che da quando ha deciso, sull'onda dei commenti positivi e degli apprezzamenti che riceve, di esporre le sue ceazioni, ha ricevuto mote richieste e tantissimi incoraggiamenti a perseverare. Portachiavi, pupazzi, addirittura pezzi di bigiotteria artistica escono dalle sue mani abili e dalla fantasia che trova epifania nei fragili fili che diventano forma riconoscibile. Bellissime creazioni che meritano ben altro che la qualifica di semplice "passatempo". Riteniamo, senza tema di smentita, che laddove si dovessero creare le giuste condizioni per stimolare l'afflusso turistico a Bisaccia, la passione di Elisa potrebbe facilmente diventare una vera e propria professione.
Che l’Alta Irpinia sia terra foriera di limitatissime possibilità occupazionali per i giovani è cosa ormai nota. Meno evidente, però, è la capacità di taluni di loro, armati di grande costanza, della giusta dose di visionarietà e supportati da un sogno, di reinventarsi, creandosi da sé la professione che manca, senza attendere i favori dell’ormai estinto “deus ex machina” politico che, con un colpo di bacchetta magica, o meglio è dire con un colpo di telefono, risolva le criticità esistenziali e lavorative dei singoli. Altri tempi, quelli, caratterizzati da un clientelismo al quale le precedenti generazioni erano abituate, quasi assuefatte, perché tale pratica aveva finito per costituire sistema. E dunque molti giovani autoctoni scelgono oggi la via dell’emigrazione, che aveva già fortemente depauperato l’entità numerica della popolazione in eterogenei periodi del “secolo breve”. Ma c’è anche, come detto, chi si arma di coraggio, dissotterra l’ascia di guerra e si appresta ad affrontare la lotta per la sopravvivenza nel presente e per la costruzione di un possibile futuro ricorrendo all’inventiva, assecondando, magari, le proprie capacità creative, le attitudini e, in definitiva, i propri sogni. Gli esempi non mancano di certo. Valga quello di Michele Frascione, giovanotto di Bisaccia, che fin da piccolo sognava di lavorare nel mondo della cinematografia al di qua, però, della telecamera. E con tale attrezzo in spalla lo si vede spessissimo in giro impegnato, in qualità di free lance, nella realizzazione di riprese video girate nei più eterogenei contesti, da quelli teatrali, a quelli privati, a quelli istituzionali, che poi egli sapientemente monta a casa propria, al punto da essere ormai diventato quasi memoria storica di un presente quanto mai veloce, che egli cattura, congela e trasmette a quanti verranno. Tale passione, però, già si avvia a procurargli le prime soddisfazioni. Le sue potenzialità, dunque, cominciano finalmente a superare i ristretti confini territoriali per proiettarsi su panorami ben più vasti, dopo anni di entusiastico impegno. BRAVO!